
I Vini di Sabbia del Bosco Eliceo
I vini prodotti da vitigni che crescono sulla sabbia sono una tipologia di vini non del tutto conosciuti al grande pubblico, in un certo rappresentano una rarità di cui vale la pena parlarne, per spiegare alla gente di cosa si tratta. L’ uva che nasce da questi vitigni è denominata uva d’oro. I vitigni delle sabbie sono coltivati un po’ in tutta Italia, dalla Valle d’Aosta alla zona di San Bonifacio nel veronese, dove nell’antichità scorreva l’Adige, alla zona compresa tra Verona e Vicenza, fino alle sabbie vulcaniche dei Campi Flegrei vicino a Napoli, all’Etna, in Sicilia, alla Sardegna precisamente nell’isola di Sant’Antioco e nel Sulcis.
La coltivazione dell’Uva d’oro è una cosa che riguarda anche l\’Emilia Romagna, nel territorio che si trova subito a ridosso del mare Adriatico, in un lembo di terreno sabbioso che si estende da nord , fino a sud oltre le saline di Cervia, che sono situate in provincia di Ravenna. Da queste parti, la coltura e la diffusione della vite si è potuta imporre grazie al lavoro di bonifica attuato dai monaci benedettini dell’abbazia di Pomposa che si trova sulla via denominata Romea e dei monaci di quella di Classe, che si trova in provincia di Ravenna.
Il territorio che attualmente si identifica con la provincia di Ferrara, faceva parte del Ducato degli Estensi. Lo sviluppo di un’agricoltura moderna nei loro possedimenti territoriali lo si deve proprio a loro agli Estensi. Il merito della diffusione dell’uva d’oro lo si deve alla duchessa Renata di Francia, moglie del Duca Ercole II° d’Este che si portò dietro dalla Francia alcune barbatelle di vitigno che furono coltivate nei pressi del Bosco della Mesola, che allora era riserva di caccia degli Estensi, mentre oggi fa parte del parco naturale del Delta del Po.
Fortana di Bosco Eliceo
Quel vitigno oggi si conosce con il nome di Fortana di Bosco Eliceo o uva d’oro. Il nome Fortana proviene dal termine “ Fruttana “ che fa riferimento alla rigogliosità e alle gradi dimensioni dei suoi grappoli d’uva.
Il Fortana vanta ben 5 secoli di storia ed assieme al vitigno Sauvignon, Bianco del Bosco, che sarebbe un uvaggio di trebbiano romagnolo e malvasia di Candia e Merlot, è parte integrante della Doc del Bosco Eliceo, che è stata creata nel 1989 e tutelata dal Consorzio di vini Bosco Eliceo, istituito nel 1991. Il vocabolo Eliceo deriva da elice, un termine antico che vuol dire leccio, la pianta che funzionava da supporto alle prime coltivazioni di vite su un suolo sabbioso. Il disciplinare di produzione del Bosco Eliceo è compreso fra l’area del Delta del Po, lungo la strada statale Romea, denominata la strada dei vini del bosco e la statale Adriatica per tutta la costa fino a Tagliata di Cervia, che si trova in provincia di Ravenna. Questa zona è ubicata all’interno del parco regionale del Delta del Po, patrimonio dell’Unesco.
Si tratta di un territorio che dispone di un terreno formato da una grande percentuale di sabbia, un terreno potremmo dire con la vocazione alla viticoltura perché non è molto fertile ed è poco permeabile, caratteristiche queste che hanno fatto sì che il vitigno fosse sopravissuto alla filossera, l’afide che ai principi del Novecento distrusse buona parte del patrimonio vinicolo europeo. Oggi il Fortana cresce su un piede franco e non più sul portainnesto americano. Insomma queste viti, franche di piede, come si dice in un termine tecnico, sono più longeve e resistenti di quest’ultime e soprattutto più ricche di aroma varietale.
Il Fortana, nelle sue due versioni, diciamo così, fermo e frizzante, si distingue per una bassa gradazione alcolica, per il colore rosso rubino dai riflessi porpora, per un profumo caratteristico, per un sapore leggermente acido, per una spiccata sapidità, non eccessivamente tannico. E’ un vino che si sposa felicemente con i piatti tipici della cucina ferrarese sia di laguna come l’anguilla grigliata che a pietanze a base di salumi, come la “ salama da sugo “, piatto principe della cucina ferrarese e la bondola.
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