Enrico Santini

Enrico Santini: \”Il Sangiovese di qualità troppo spesso banalizzato\”

\"EnricoEnrico Santini è un personaggio, singolare, unico, caratteristico nel panorama riminese con i suoi pregi e i suoi difetti, può suscitare simpatia o antipatia, questa cosa fa parte del concetto di normalità della vita. Ma su una cosa amici e nemici sono d’accordo, cioè sulla sua indiscussa competenza in fatto di vini. Con lui abbiamo fatto una chiacchierata, diciamo così ad ampio raggio, sui vini romagnoli e in particolare di quelli prodotti nel territorio riminese, sul vitigno del Sangiovese, sulla loro commercializzazione e sul rapporto che esiste fra il vino e la cultura. Attualmente Enrico Santini, svolge la carica di Pro Sindaco presso il comune di Coriano, in provincia di Rimini, una carica onorifica che però presuppone la cura delle pubbliche relazioni del comune verso l’esterno, insomma Santini è una specie di ambasciatore di Coriano nel mondo.

Santini, qual è lo stato di salute dei vini romagnoli?
Parlo in generale, non solo per i vini del nostro territorio, mi riferisco a tutta la Romagna, i vini della Romagna si possono definire un prodotto competitivo, penso al Sangiovese di Bertinoro e Predappio, negli ultimi vent’anni i nostri vini hanno fatto un grande salto di qualità, insomma li definirei ottimi, lo dico con convinzione, sicuro di non esagerare“.

Il vitigno del Sangiovese è diffuso in buona parte della penisola, eppure il Sangiovese romagnolo non è valorizzato come merita, nelle classifica delle vendite si parla del Sangiovese in modo indistinto. Perché?
Il Sangiovese è il vitigno più diffuso in Italia, il Montepulciano d’Abruzzo proviene dal vitigno del Sangiovese, il Rosso Conero, lo stesso Brunello di Montalcino. Dal Sangiovese nascono vini di assoluta eccellenza. Quello che a noi manca è una cultura vinicola come quella della Toscana, che affonda le sue radici nei secoli passati, in Toscana la nobiltà si è occupata di vini, mettendo in piedi delle cantine conosciute in tutto il mondo, noi facevamo la fame fino a non molto tempo, la gente era più preoccupata a sbarcare il lunario piuttosto che occuparsi di vino. Poi c’è un fatto che non aiuta certo la valorizzazione del Sangiovese romagnolo. La gente pensa che il vino in cartone come il Tavernello e il San Crispino, sia il vino Sangiovese, bene io credo che banalizzare, diciamo così il Sangiovese, confondendolo con un vino di largo consumo come i due che abbiamo citato, non aiuti la commercializzazione del Sangiovese di qualità“.

Il vino inteso come un fatto culturale. E’ questa la chiave di lettura da dare a un prodotto che porta naturalmente alla scoperta di un determinato territorio come può essere il nostro entroterra?
Non c’è dubbio, il vino si abbina al concetto di cultura e del buon vivere, poi non c ‘è alcun dubbio che esso faccia da traino alla conoscenza del nostro entroterra, penso alla Valconca, alla Valmarecchia e più un generale al magnifico entroterra che sorge alle spalle di Rimini, che non ha niente da invidiare a nessun territorio, se ci riferiamo al nostro paese. Basta pensare alla strada che dalla Valconca porta a Urbino, Montefiore, Tavoleto, una meraviglia… “.

Com’è il livello di commercializzazione del vino prodotto nelle colline riminesi?
Per esportare all’estero occorrono forti investimenti, comunque esportiamo a Londra, in Germania, in Austria, San Patrignano esporta anche in America, ma qui è un discorso a parte, dietro San Patrignano c’è la rete fatta di conoscenze e di potere economico della famiglia Moratti. Reggiamo sul mercato anche perché siamo collocati in un contesto turistico di livello internazionale, frequentata anche da persone che vanno alla ricerca di un prodotto, non banale, ma di qualità, anche per quel che riguarda il vino. Nel rapporto qualità-prezzo siamo assolutamente competitivi.

Ultima domanda: se si parla di vite e di vino nel riminese, cosa le viene da pensare?
Innanzitutto penso ai giovani imprenditori che con passione e impegno sono stati capaci di portare avanti il lavoro dei loro genitori. Le nostre aziende sono di buona qualità, se facciamo un giro nel territorio riminese troviamo la tenuta Santini, il Podere Vecciano, la Valle delle Lepri, S.Valentino, la tenuta del Monsignore a San Giovanni in Marignano. Ho detto le prime che mi sono venute in mente, senza voler fare un torto a tutte le altre che non ho citato”.

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